L’Aic chiede uno strumento digitale valido ovunque. E una eccezione alla regionalizzazione per questo periodo di emergenza

Il Coronavirus crea problemi anche ai pazienti con celiachia che si sono ritrovati in Regioni diverse da quella di residenza non potendo utilizzare il buono per l’acquisto dei prodotti senza glutine, terapia salvavita ma utilizzabile solo su base regionale. Chi si trova in questa situazione può solo comprarsi gli alimenti di tasca propria, denuncia l’Aic, Associazione italiana celiachia che approfitta di questa nuova situazione per chiedere di nuovo “la circolarità del buono tra le Regioni, affinché i celiaci possano accedere ovunque sul territorio nazionale alla loro terapia,auspicando che possano essere trovate urgentemente soluzioni alla richiesta formalizzata alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Salute il 18 marzo”.

Oggi solo Veneto e Campania hanno delibere per un utilizzo più ampio del buono. L’Aic, che da anni lavora per ottenere un bonus digitale nazionale, chiede almeno un provvedimento temporaneo per poter consentire ai pazienti l’accesso “alla terapia gluten-free cui hanno diritto”. “Un provvedimento in vigore soltanto per il periodo dell’emergenza – spiega Giuseppe Di Fabio, presidente Aic – da inserire nell’insieme di quelli già emanati per affrontare l’epidemia di Covid-19, potrebbe autorizzare i pazienti a ritirare la terapia ‘senza glutine’, essenziale al loro stato di salute, anche fuori dai confini regionali, come avviene con i farmaci.

Il processo di digitalizzazione è ancora a macchia di leopardo: “Lo stato di emergenza attuale ne sottolinea la necessità e ne motiva l’attuazione”, precisa Aic che, oltre a promuovere fra gli iscritti azioni di sostegno per chi sta combattendo in prima linea per curare i malati, si è impegnata con una donazione per il progetto di ricerca su Covid-19 dell’Istituto Spallanzani.