Le ultime stime nazionali indicano che due terzi dei 180.000 pazienti diagnosticati per la celiachia sono donne. La celiachia (la malattia celiaca) è causata dall’ingestione di alimenti contenenti glutine che provocano un’infiammazione cronica dell’intestino tenue e la distruzione della sua mucosa. Si scatena in soggetti geneticamente predisposti e l’unica terapia è una rigorosa e permanente dieta senza glutine. La celiachia non trattata nella donna aumenta il rischio di alcune patologie come i disturbi della fertilità (amenorrea, menarca tardivo, menopausa precoce, dismenorrea, endometriosi) e della gravidanza (poliabortività, ritardo di crescita intra-uterino, prematurità). Inoltre può essere causa di anemia da carenza di ferro e acido folico ed osteoporosi.

La vita riproduttiva della donna risente della celiachia se non curata

Se nella donna la diagnosi di celiachia è tardiva e non curata l’età della prima mestruazione è più precoce e si va incontro alla menopausa prima del dovuto mentre nelle donne che hanno cominciato precocemente un regime alimentare adeguato la menopausa si presenta verso i 50 anni (come la media delle donne sane).

In uno studio dell’Università di Edimburgo è emerso che il sistema immunitario dei celiaci produce degli anticorpi che impediscono di far lavorare in modo efficace una proteina responsabile della resistenza del tessuto osseo, aumentando così il rischio di sviluppare l’osteoporosi.

Anche la vita riproduttiva della donna risente della celiachia non curata adeguatamente:

  • il rischio di aborto spontaneo durante le prime settimane di gravidanza aumenta da 3 a 9 volte
  • i neonati hanno un peso medio alla nascita significativamente inferiore
  • è la causa del mancato assorbimento dell’acido folico la cui carenza può essere associata a gravi malformazioni come la spina bifida
  • le donne allattano al seno per meno tempo
  • la sterilità senza causa nota aumenta del 4-8%
  • aumentano i casi di endometriosi probabilmente collegate all’autoimmunità e ad un’abnorme risposta infiammatoria
  • sono più frequenti gli effetti collaterali della menopausa (vampate di calore, irritabilità e problemi muscolari);
  • il malassorbimento e conseguente carenza di acido folico, ferro e vitamina B12
  • in gravidanza si aggrava l’anemia sideropenica, di conseguenza si raddoppia il fabbisogno di ferro e aumenta il rischio di patologie della crescita fetale

Alcuni studi hanno ipotizzato che alla base di una ridotta crescita fetale e disordini ipertensivi come la preeclampsia ci sia un’azione diretta degli anticorpi anti transglutaminasi sulle cellule placentari e ciò causerebbe un’inadeguata formazione della placenta.

Il sangue del cordone ombelicale può essere donato, purché le donne siano a dieta senza glutine da almeno sei mesi prima del parto e presentino livelli plasmatici di anticorpi anti-transglutaminasi nella norma.

 

Un bimbo nato da una mamma o un papà celiaco al momento dello svezzamento non è a rischio di celiachia; differente è se presenta nel corredo genetico due copie dei geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8, che predispongono all’intolleranza al glutine.

Pertanto alle mamme dei bambini con familiarità per la celiachia è fortemente consigliato di consultare il pediatra prima dello svezzamento. Anche negli uomini la celiachia non curata sembra avere effetti negativi sulla fertilità e probabilmente i propri figli presenteranno alla nascita peso più basso e un maggior rischio di prematurità.

 

Fonte: www.nurse24.it