Uno studio pubblicato su Jama Pediatrics dimostra che per prevenire la celiachia è meglio giocare d’anticipo. I neonati che assumono elevate dosi di glutine già a 4 mesi riducono notevolmente il rischio di sviluppare l’intolleranza al glutine da più grandi

Prima è meglio. La nuova strategia per la prevenzione delle allergie e delle intolleranze è quella di anticipare i tempi: consumando sin dalla prima infanzia gli alimenti potenzialmente allergenici si riduce il rischio di sviluppare allergia, intolleranza ed eczema. Sembrerebbe valere anche per il glutine.

La precoce introduzione del glutine, già a 4 mesi, riduce notevolmente il rischio di sviluppare la celiachia a 3 anni di età. È la conclusione tratta da un’analisi secondaria dello studio Enquiring About Tolerance (EAT) nato con lo scopo di valutare gli effetti dell’introduzione precoce di una serie di alimenti allergenici, come latte, uova, arachidi, pesce,  sesamo e grano.

Del resto che la scelta di giocare d’anticipo fosse quella giusta lo avevano già dimostrato gli importanti risultati del LEAP trial sull’allergia alle arachidi: per prevenirla era meglio che i bambini mangiassero noccioline sin da piccoli.

Quello studio aveva fatto da nave scuola: se è stato dato il via libera alle arachidi nella prima infanzia, capaci di scatenare reazioni anche molto gravi, perché non tentare la stessa strada per altri allergeni meno rischiosi almeno nell’immediato?

E così si è arrivati al grano. L’analisi, pubblicata su JAMA Pediatrics è stata condotta su mille bambini, divisi in due gruppi. Il primo ha iniziato a consumare alimenti che contenevano glutine a partire dai 4 mesi di vita, il secondo solamente dopo i 7 mesi come prevedono le linee guida. La quantità media di glutine somministrata al primo gruppo era di 2,6 grammi a settimana (con un massimo di 500 milligrammi al giorno) e al secondo di 0,49. Tutti i bambini sono stati seguiti per almeno tre anni.

Nel gruppo dei bambini che avevano assunto il glutine prima di quanto indicato dalle attuali linee guida pediatriche non si era registrato nessun caso di celiachia. Mentre l’1,4 per cento dei bambini nel gruppo che aveva introdotto il grano solo dopo i 7 mesi aveva sviluppato l’intolleranza al glutine all’età di tre anni.

«In questa analisi di neonati nello studio EAT, l’introduzione del glutine dall’età di 4 mesi è stata associata a una ridotta prevalenza di celiachia. Questi risultati suggeriscono che il consumo precoce di alte dosi di glutine dovrebbe essere considerato come una strategia per prevenire la celiachia negli studi futuri», scrivono i ricercatori.

I risultati di questo studio sembrerebbero però contraddire quelli di un trial precedente, il PreventCD study, che non aveva invece osservato alcun vantaggio nell’introduzione precoce del glutine.

Gli autori del nuovo studio però rispondono facendo notare che la quantità di glutine introdotta nella loro sperimentazione era cinque volte superiore a quella dello studio precedente. Sembra quindi che anche la quantità faccia la differenza.

«Lo studio EAT differisce rispetto agli studi precedenti perché il glutine è stato introdotto dall’età di 4 mesi e in quantità maggiori, il che è più rappresentativo di una porzione adeguata all’età. Potrebbe quindi essere che tanto un’introduzione precoce quanto una grande quantità di glutine siano necessarie per ridurre la prevalenza della celiachia nell’infanzia. Il nostro studio solleva la questione se lo studio PreventCD avrebbe ottenuto risultati diversi se i bambini avessero consumato maggiori quantità di glutine», precisano i ricercatori.

 

Fonte: www.healthdesk.it