La duodenite è l’infiammazione della prima parte dell’intestino, si tratta di una condizione piuttosto comune che può presentarsi in qualsiasi momento o circostanza: esaminiamo insieme quali sono i fattori di rischio e quali comportamenti devi seguire per la sua gestione.

La duodenite può presentarsi nelle persone di qualsiasi età, indipendentemente dal sesso.

 

Cos’è

Con il termine duodenite ci si riferisce all’infiammazione del rivestimento del duodeno, ossia la prima parte dell’intestino tenue. Trattandosi della prima porzione dopo il tratto conclusivo dello stomaco, a volte può capitare che l’infiammazione coinvolga contemporaneamente anche il rivestimento dello stomaco (gastrite): quando ciò avviene si parla di gastroduodenite.

Il duodeno è la parte superiore dell’intestino, quindi quella responsabile della scomposizione e digestione di ciò che mangiamo: l’infiammazione del duodeno, quindi, può causare problemi di digestione e di corretto assorbimento dei componenti nutrizionali del cibo. Nel duodeno i nutrienti scomposti vengono assorbiti dalle pareti intestinali, soprattutto il ferro che, in caso di infiammazione, non viene correttamente assorbito.

La condizione può essere acuta o cronica:

  • acuta, quando si manifesta all’improvviso e non dura molto;
  • cronica, quando l’infiammazione si presenta in modo progressivo, e può durare mesi o addirittura anni, ripresentandosi anche in diverse occasioni.

Cause

Le cause di duodenite possono essere svariate. Tra le più comuni possiamo elencare:

  • Infezioni: causate soprattutto da un batterio, l’Helicobacter pylori, che può sopravvivere all’interno dello stomaco, causando infezioni e ulcere. Il batterio può anche spostarsi e arrivare nel duodeno, dove può avere le stesse conseguenze;
  • Celiachia: l’assunzione di glutine in presenza di celiachia può infiammare e danneggiare il rivestimento del duodeno;
  • Eccessiva produzione di acido gastrico;
  • Eccessivo utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), in concomitanza con la mancata assunzione di protettori gastrici;
  • Abuso di alcol e fumo;
  • Patologie dell’intestino come il morbo di Crohn;
  • Traumi, shock e condizioni di indebolimento del sistema immunitario;
  • Ansia prolungata e stress.

Sintomi

In alcuni casi la duodenite può non causare alcun sintomo, ma più comunemente possiamo elencare come sintomatologia vari disturbi e condizioni digestive come:
  • Sensazione di sazietà dopo mangiato e difficoltà nella digestione;
  • Sensazione di gonfiore e di bruciore;
  • Mal di pancia che può propagarsi nelle zone limitrofe, causando dolore alla schiena;
  • Anemia causata da carenza di ferro;
  • Nausea e vomito.

Nei casi più gravi di duodenite si può riscontrare la formazione di ulcere, causate dall’aumento della produzione di acido nello stomaco che si riversa nel duodeno, danneggiando ulteriormente la mucosa, causando delle lesioni e sanguinamenti: in questi casi si parlerà di duodenite peptica, e nelle feci potrebbe riscontrarsi un colorito nerastro, causato per l’appunto dall’emorragia interna.

Diagnosi

Per diagnosticare la duodenite sarà necessario effettuare, come prima cosa, degli esami del sangue, principalmente per rilevare la celiachia. Anche un esame delle feci è utile per valutare la presenza di infezioni.

P er rilevare la presenza del batterio H. pylori si possono eseguire:

  • Endoscopia: una sonda con telecamera viene inserita dalla gola sino al duodeno ed è utile nel rilevare in diretta presenza di sanguinamento, infiammazione o qualsiasi altra cosa che non rientra nella norma; può anche eseguire biopsie di campioni che possono essere esaminati per rilevare la presenza del batterio;
  • Test del respiro (breath test): al paziente viene chiesto di respirare all’interno di una provetta prima e all’interno di una seconda dopo aver ingerito una soluzione apposita per rilevare il batterio.

Cura

Il trattamento della duodenite dipende ovviamente dalla sua causa scatenante, pertanto è fondamentale capirne la provenienza per poterla curare in modo corretto.

In linea generale i trattamenti possono essere:

  • Antibiotici in caso di infezioni batteriche, come l’H. pylori;
  • Antiacidi;
  • Inibitori della pompa protonica (gastroprotettori);
  • Sospendere i FANS, se possibile;
  • Evitare di assumere alcol o di fumare;
  • Evitare il glutine in caso di celiachia.

Dieta

Ovviamente in caso di diagnosi di celiachia il primo accorgimento da adottare è, per l’appunto, la sospensione dell’assunzione del glutine.

Ciò che è consigliato evitare per la dieta può essere riassunto in questo modo:

  • Ridurre l’assunzione di grassi;
  • Evitare le preparazioni complesse, come fritturaburro, e preferire cotture a vapore e al forno, senza troppi condimenti;
  • Evitare bevande gassate o troppo calde;
  • Evitare alcol o altri alimenti che stimolano la produzione di acido nello stomaco, come cioccolatoagrumipomodoropeperoni e peperoncinipepeaglio, brodi di carne;
  • Evitare insaccati, alimenti pronti in scatola, formaggi grassi e stagionaticaffeina e teina.

Quello che è raccomandato mangiare è:

  • Pasta e riso preferibilmente integrali;
  • Frutta matura e ortaggi come zucchinecarote, di facile digestione;
  • Carni e pesce magri;
  • Formaggi freschi;
  • Patate.

Inoltre è consigliato mangiare in modo regolare, suddividendo i pasti ed evitando di saltarli, senza eccedere in troppi spuntini fuori pasto, masticando lentamente.

 

Fonte: www.ohga.it