I sintomi dell’intolleranza al glutine che colpisce soprattutto le donne

Se siete abituate a pensare che la celiachia sia un problema di intolleranza alimentare che ha come effetti gonfiore addominale, malassorbimento intestinale, perdita di peso e rallentamento della crescita nei bambini, dovrete ricredervi. O meglio: a queste dovete aggiungere altre conseguenze. La celiachia è una malattia autoimmune scatenata da un elemento ambientale, il glutine, ha una predisposizione genetica e si concretizza in una forma di infiammazione cronica della mucosa dell’intestino tenue. Dura tutta la vita e non prevede una cura risolutiva, l’unico modo per controllarne gli effetti è l’astensione dal consumo del glutine.

Oltre ai sintomi genericamente più noti, però, esistono effetti strettamente legati alle donne, in genere le più colpite dall’intolleranza al glutine, ed al loro apparato riproduttivo. Non solo l’intestino, quindi. I sintomi specifici sono in effetti atipici rispetto a quelli più tradizionali ed è per questo che molte donne non sanno di soffrire di celiachia, e ne subiscono le conseguenze cercando altre cause. Quali sono i segnali in base ai quali ipotizzare la malattia in una donna? Un’anemia inspiegabile, ritardo della prima mestruazione, avvisaglie di osteoporosi sin da giovani, segnali di menopausa precoce e difficoltà a diventare mamme sono i segnali più evidenti.

Nello specifico non si parla di problemi di infertilità assoluta, bensì di difficoltà a portare a termine la gravidanza o di conseguenze che ricadono sulla salute del feto. Accanto ad aborti ripetuti, infatti, si può assistere a prematurità dei neonati, per lo più sottopeso, e necessità di taglio cesareo, senza trascurare le complicazioni derivanti dalla carenza di ferro. È per questo che dall’Associazione Italiana Celiachia, per esempio, arriva l’auspicio della diffusione dei test di screening per la celiachia a tutte le donne in gravidanza al fine di poter intervenire in modo mirato. Un suggerimento da non sottovalutare considerato che la maggior parte dei celiaci non sa di esserlo.

 

Fonte: www.tio.ch