ABRUZZO. Le procedure amministrativo-burocratiche necessarie per garantire, a un cittadino affetto da celiachia, il diritto alla salute e all’erogazione dei buoni pasto vanno assolutamente modificate.

La richiesta è del consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri che stamattina ha depositato in Regione la richiesta al Presidente Olivieri di convocazione della Va Commissione sulla problematica, seduta che si svolgerà il prossimo 4 febbraio al fine di individuare una soluzione immediata ed efficace.

Migliaia di malati ogni anno sono costretti a girovagare per giorni tra i vari reparti del proprio ospedale di riferimento per ottenere firme, timbri, certificazioni e autorizzazioni che oggi si potrebbero rilasciare semplicemente utilizzando la pec, la posta elettronica certificata, alleviando sicuramente il disagio dei malati, o, nel caso di bambini o anziani, anche dei congiunti che, necessariamente, devono assentarsi dal lavoro per provvedere al necessario.

I pazienti potrebbero inoltrare le loro richieste tramite mail e la Asl potrebbe concedere i propri nulla osta con la Pec, consentendo, dunque, al paziente di spostarsi una sola volta, magari per il ritiro materiale dei buoni pasto, evitando la rincorsa tra il reparto di pediatria, il Cup, l’Ufficio Prevenzione e Igiene pubblica e la farmacia dell’ospedale.

«E questa variazione procedurale», spiega Sospiri, «va subito esaminata e codificata dalla Regione Abruzzo che, anziché preoccuparsi di come allontanare il cittadino dalla sanità pubblica chiudendo ospedali e reparti, dovrebbe preoccuparsi di come rendere la sanità pubblica più facilmente accessibile da parte dell’utente». Sospiri ha trasmesso la richiesta di convocazione della Va Commissione regionale al Presidente Olivieri, prevedendo come oggetto la ‘Variazione delle procedure burocratiche per la richiesta dei buoni pasto per i soggetti affetti da celiachia’.

Ad oggi l’unico metodo per combattere la celiachia è una alimentazione priva di glutine. Ma il glutine si trova ovunque anche in quei prodotti che apparentemente ne sembrano privi, dal momento che ogni cibo ne potrebbe essere contaminato durante la lavorazione. Per questo motivo occorre affidarsi a marche specializzate che garantiscono al consumatore l’assenza totale del glutine. Purtroppo però questi prodotti presentano un costo maggiore rispetto a quelli comuni pesando non poco sul reddito familiare. Ecco allora che lo Stato viene incontro alla persona erogando dei buoni spesa, rilasciati dopo la diagnosi e la certificazione della malattia e usufruibili in rivenditori e farmacie convenzionate.
Il valore dei coupons non è standard, ma varia in base all’età anagrafica e al sesso della persona che li riceve. Secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale del 4 maggio 2006 i bambini di età da 6 mesi ad 1 anno ricevono 45 euro al mese per entrambi i sessi. La somma sale a 62 euro per i bambini dai 3 ai 5 anni, sia per i maschi che per le femmine. 94 euro è invece la quota stabilita per i bambini di entrambi i sessi dai 6 ai 10 anni. Gli adulti  ricevono coupons dal valore di 140 euro per i maschi e di 99 euro per le femmine.

 

Fonte: www.primadanoi.it