La dieta senza glutine è l’unica terapia per chi è celiaco. Vero. Il limite massimo di glutine consentito al celiaco al giorno è 10 mg (una briciola visibile). Vero. Ma quante sono le fake news che circolano sulla celiachia? Tante. Eccone alcune

La corretta informazione è fondamentale per evitare i falsi miti intorno alla celiachia, che rischiano di far sbagliare approccio alimentare e di stile di vita a chi ne soffre. Il glutine è una proteina ed è contenuto in numerosi cereali come il frumento, l’orzo e la segale. Per alcune persone, è tossico, perché attiva una risposta autoimmunitaria a livello dell’intestino e ne compromette la capacità di assorbimento.
In Italia i celiaci diagnosticati sono circa 183.000: le diagnosi ogni anno aumentano del 10%, ma su una prevalenza stimata dell’1%, si stima che i celiaci dovrebbero essere circa 600.000. Esistono quindi circa 420.000 persone che non sanno di esserlo.


Questi e molti altri dati sono stati presentati durante l’incontro “Celiachia: verità e falsi miti” tenutosi lo scorso 13 maggio nella Sala Convegni di Villa Burba, a Rho, per iniziativa di AIC Lombardia ONLUS in occasione della Settimana Nazionale della Celiachia, evento nazionale organizzato da AIC, l’Associazione Nazionale Celiachia.

Questi alcuni dei falsi miti che vale la pena sfatare.

1. “La celiachia è un’intolleranza alimentare”
No, è una malattia autoimmune, un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.

2. “Si diventa celiaci solo da piccoli”
Non solo, si può diventare celiaci dall’età pediatrica fino all’età adulta.

3. “Oggi la diagnosi si può fare senza gastroscopia”
Solo in bambini e adolescenti e solo se sono contemporaneamente presenti 4 criteri precisi, come indicato dalle linee guida del 2012 dell’ESPGHAN (Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica):
– Segni e sintomi suggestivi di celiachia;
– Titolo di anticorpi anti-transglutaminasi IgA (tTG IgA) maggiore di 10 volte il valore normale;
– Positività degli anticorpi anti-endomisio (EMA);
– Genetica di predisposizione per la celiachia positiva (HLAD2 e DQ8).
Gli adulti, invece, devono sempre eseguire la gastroscopia.

4. “Esistono diversi gradi di celiachia”
No, è la soglia di reazione a essere individuale.

5. “Se una persona non perde peso e non ha mal di pancia, non può essere celiaca”
L’intestino tenue è l’organo bersaglio della celiachia, ma questa può coinvolgere anche altri organi. I sintomi, quindi, possono essere sia di tipo gastrointestinale (dolori addominali, diarrea cronica
, vomito
, aftosi orale, scarso appetito
, addome globoso
, arresto della crescita e perdita di peso), sia di altra natura, in particolare anemia, ipertransaminasi, osteoporosi, ipoplasia dello smalto dentale e aborti ricorrenti.

6. “Esiste un farmaco per curarla”
No. L’unica terapia oggi disponibile è la dieta senza glutine, che va seguita rigorosamente per tutta la vita.

7. “Con il tempo, si può ricominciare a mangiare glutine”
No, la celiachia è una condizione cronica.

8. “Chi non sintomi e non si sente male mangiando glutine, può anche sgarrare”
Assolutamente no, la dieta va seguita scrupolosamente, anche dai soggetti asintomatici. Se si sgarra, o si sbaglia, il danno a livello intestinale si verifica comunque e questo espone a una maggiore probabilità di sviluppare complicanze a medio-lungo termine, come altre malattie autoimmuni, osteoporosi precoce, fragilità ossea, linfoma intestinale, celiachia refrattaria…

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9. “Se un celiaco mangia glutine può avere uno shock anafilattico”
No, perché la celiachia non è un’allergia. Per questo non causa reazioni immediate (da 2-3 a 30-120 minuti), prurito o manifestazioni cutanee (se non nel caso della della Dermatite Erpetiforme, anche detta celiachia della pelle), come invece capita in caso di allergia.

10. “La dieta senza glutine è più sana e fa dimagrire”
La dieta senza glutine è una terapia, l’unica attualmente disponibile per chi soffre di celiachia. Non ha effetti collaterali, ma non va mai intrapresa di propria iniziativa perché in questo modo sarebbe poi impossibile diagnosticare la malattia con certezza. si impedirebbe al medico la possibilità di fare diagnosi di celiachia con certezza. E di certo non va seguita per moda, sulla scia di alcuni vip (non celiaci) che dichiarano di stare bene e aver ritrovato la forma escludendo il glutine dai loto piatti, come ha più volte ribadito AIC, Associazione Italiana Celiachia, in occasione della scorsa Settimana Nazionale della Celiachia. Gli studi scientifici non hanno fin qui dimostrato alcun effetto benefico per i non celiaci.

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11. “Il kamut è tra i cereali ammessi”
No. Kamut® è un marchio registrato della società americana Kamut International ed è una varietà di grano duro, contiene glutine e fa parte dei cereali.

12. “L’avena è sempre da escludere”
La maggior parte dei celiaci tollera bene l’avena, ma la comunità scientifica sta ancora lavorando su questo tema, in particolare sulle specifiche varietà maggiormente adatte ai celiaci. Per precauzione, quindi, è considerata non idonea. Il Board Scientifico di AIC suggerisce il consumo dei soli prodotti presenti nel Registro Nazionale dei prodotti senza glutine del Ministero della Salute, che garantisce sull’idoneità dell’avena impiegata.

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13. “In casa servono pentole, posate, taglieri, forno e spugnette dedicate per evitare la contaminazione”
No, è sufficiente lavare tutto accuratamente, a mano o in lavastoviglie. Anche lo scolapasta non è un problema.
Per le spugne, basta un buon risciacquo sotto acqua corrente per eliminare residui alimentari. Si può usare anche lo stesso forno, in tempi diversi o contemporaneamente, basta posizionare gli alimenti senza glutine in appositi contenitori e posizionarli sui ripiani più alti, sopra agli alimenti con glutine.

14. “Anche il glutine inalato è un rischio”
No, il glutine deve essere ingerito per creare un danno ai soggetti celiaci. Per alcune professioni, come fornai e operatori dell’industria alimentare, si può prevedere l’uso di una mascherina protettiva per evitare il deposito di glutine nel cavo orale e una sua eventuale ingestione.

15. “Acquistare affettati freschi al banco del salumiere è un rischio”
No, basta selezionare affettati idonei, cioè riportanti in etichetta il claim senza glutine o il marchio Spiga Barrata. Le affettatrici non rappresentano un problema, anche se vengono utilizzate per salumi ed insaccati non idonei. A meno che il negoziante non manipoli, vicino all’affettatrice, anche del pane.

Fonte: www.iodonna.it