SAN MARINO – La popolazione celiaca a San Marino è in costante aumento. Quasi ogni mese vengono diagnosticati nuovi casi di persone affette da celiachia: malattia autoimmune per la quale non esistono, almeno per ora, farmaci. Si parla attualmente di più di duecento celiaci diagnosticati a San Marino, ma il dato è in costante aumento perché la celiachia è una malattia dalla quale, almeno al momento, non si guarisce. L’unica possibilità per il celiaco di ripristinare il proprio stato di salute consiste nell’osservare scrupolosamente, per tutta la vita, una dieta rigida che escluda nella preparazione dei propri alimenti grano e altri cereali contenenti glutine, anche in minime quantità. Si parla di contaminazione, anche accidentale, che va quotidianamente esclusa nella preparazione dei pasti destinati ai celiaci. Se non diagnosticata in tempo e adeguatamente trattata con l’eliminazione totale del glutine dalla dieta, la celiachia potrebbe comportare gravi conseguenze per la salute del soggetto (diabete autoimmune di tipo 1, aborti spontanei, dermatite erpetiforme…). Questi aspetti richiedono dunque un notevole cambiamento nell’organizzazione quotidiana dell’alimentazione nella famiglia del celiaco ed ha notevoli risvolti anche sulla sua vita sociale.

L’Istanza d’Arengo, che verrà discussa in questi giorni in CGG, chiede che venga finalmente introdotta anche nell’ordinamento giuridico sammarinese una specifica normativa in materia, in grado di tutelare ancor più di quanto si stia facendo oggi, i soggetti celiaci. Solo a titolo di esempio, in Italia, già dieci anni fa, la L.4 luglio 2005, n. 123, definiva la celiachia una “malattia sociale”, ovvero una patologia dalle conseguenze sociali molto rilevanti, cui la collettività dovrebbe dedicare specifiche attenzioni.

I cittadini firmatari auspicano che le forze di maggioranza e opposizione trovino unanime accordo nell’accoglimento della presente Istanza, impegnandosi a dare corso nel più breve tempo possibile alle richieste avanzate.

La salute e il benessere del cittadino celiaco non dipendono solo dal rigore con il quale è in grado di curare la propria alimentazione, ma anche dal sostegno che riceve al di fuori della sfera domestica, ricordando che una celiachia a diagnosi tardiva o non adeguatamente trattata potrebbe dare luogo all’incremento di patologie degenerative e altamente invalidanti che comunque ricadrebbero come problematica nell’ambito dell’assistenza sanitaria nazionale. Sostenere e tutelare il paziente celiaco vuol dire dunque tutelare anche l’intera collettività, investendo in forme di prevenzione primaria di altre gravi malattie.

 

Fonte: sanmarinofixing.com