polmonite

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I celiaci sono più predisposti a contrarre infezioni polmonari. Essere immunizzati contro l’influenza e contro la malattia pneumococcica aiuta nella prevenzione

Che la celiachia si potesse associare ad alcuni problemi respiratori, quali la rinite o l’asma era noto, ma uno studio inglese dell’Università di Nottingham, svolto in collaborazione con l’Università di Salerno e pubblicato sulle pagine di Alimentary Pharmacology and Therapeutics, ipotizzerebbe anche la maggiore predisposizione a contrarre infezioni polmonari. Un rischio tuttavia controllabile con una ‘semplice’ vaccinazione, sebbene a questa opportunità preventiva ricorra solo un quarto degli intolleranti al glutine, anche dopo una diagnosi conclamata di malattia.

I risultati dello studio

A parlare sono i numeri di un ampio studio inglese e confermano, nei celiaci, un aumentato rischio di sviluppare infezioni, anche di forma grave, ai polmoni. Quattordici anni di accurate analisi – iniziate nell’aprile 1997 e concluse nel marzo 2011 – e il confronto di dati emersi da oltre 9.800 pazienti celiaci, selezionati dal Clinical Practice Research Database, e da quasi 102 mila individui sani del gruppo di controllo, hanno permesso ai ricercatori di trarre due interessanti informazioni. Ovvero che, da un lato, non esisterebbero significative differenze sul potenziale sviluppo di polmonite fra individui celiaci (3,42 casi ogni 1.000 persone all’anno) e sani (3,12 casi ogni 1.000 persone all’anno) e ma che, invece, in termini di rischio il rapporto sarebbe nettamente a sfavore degli intolleranti al glutine. Tanto più sensibile (anche superiore del 7%) tra i celiaci sotto i 65 anni, rispetto ai sani, ipotizzando che l’età avanzata possa esporre all’evento polmonite con frequenza maggiore rispetto alla celiachia. A tal punto che, confrontando i celiaci di età inferiore a 65 anni vaccinati o non vaccinati contro la polmonite, i secondi rischiavano il 28% in più di incappare in un problema respiratorio, anche serio.

L’importanza del vaccino

La funzione della milza, oltre a depurare il sangue, è anche quella di fungere da sentinella contro possibili infezioni. Un delicato ruolo, quest’ultimo, che può essere compromesso da vari fattori, fra cui tumori, anemie, stati infettive e infiammatori, come la celiachia ad esempio. Evidenze scientifiche confermerebbero, infatti, in un terzo dei pazienti celiaci un danneggiamento della funzionalità della milza e della sua capacità preventiva contro l’azione di virus e batteri. «La quale, specie in celiaci non adeguatamente trattati – ha commentato Colin Crooks, uno degli autori dello studio – può essere ripristinata e migliorata, introducendo una dieta senza glutine». L’azione protettiva della milza può essere tutelata e potenziata da un vaccino. «Anche la semplice vaccinazione anti-influenzale – ha aggiunto Shamez Ladhani del Public Health England di Londra – o di alcuni vaccini più specifici, contro la malattia pneumococcica ad esempio, possono rappresentare una efficace strategia terapeutica e preventiva, a basso costo, contro virus, batteri o infezioni in genere». In conclusione, gli autori suggeriscono in caso di intolleranza al glutine, previa valutazione da parte del medico di famiglia e/o dello specialista, la somministrazione annuale del vaccino anti-influenzale e di quello contro la polmonite ogni cinque. «Alla comparsa di sintomi respiratori, specie se con febbre – concludono i ricercatori – è corretto, laddove necessario, valutare il ricorso a una terapia antibiotica di uso comune per abbassare il rischio di infezioni importanti, specie in pazienti più a rischio». Tra cui appunto i celiaci.

Fonte: www.corriere.it