In Emilia-Romagna, più di 18mila persone hanno ricevuto una diagnosi di celiachia. Un numero destinato ad aumentare, considerata la difficoltà con cui vengono intercettati i casi, legata a caratteristiche intrinseche della malattia. La celiachia infatti è insidiosa: può insorgere a qualsiasi età e le manifestazioni cliniche sono più che mai variabili. Ad oggi, l’unica terapia disponibile consiste nell’escludere il glutine dalla dieta. Proprio nel settore della malattia celiaca e delle patologie glutine relate Giacomo Caio, Professore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna di Unife e Responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, è stato recentemente nominato “World Expert in Celiac Disease” da Expertscape, nota piattaforma di ranking delle discipline medico-scientifiche.

“È un riconoscimento che desidero condividere con tutte le colleghe e i colleghi che lavorano con me, in particolare i miei due maestri Roberto De Giorgio e Umberto Volta a cui va il mio grazie per avermi formato negli ultimi 15 anni. Sono onorato di contribuire a far risaltare nel mondo la città di Ferrara, la nostra Università e la nostra Azienda.” Malattia cronica che si sviluppa in persone geneticamente predisposte, maggiormente nelle donne, legata all’ingestione di cibi e bevande a base di glutine, la celiachia è difficilmente diagnosticabile soprattutto a causa delle variegate manifestazioni cliniche:

“Si può presentare con disturbi gastrointestinali, come gonfiore, dolore, difficoltà digestive, reflusso o afte orali. Ma può presentarsi anche con sintomi più generici: scarsa crescita, anemia, carenza di ferro e vitamine, stanchezza, mal di testa, dolori articolari e muscolari, osteoporosi, prurito cutaneo, difetti dello smalto dentale, alterazioni ginecologiche e andrologiche” spiega il Professor Caio.

Come diagnosticare quindi la celiachia? “Il primo passo consiste in un semplice esame del sangue, quello che nella nostra provincia si chiama test ‘Celiac reflex diagnosi’- continua il Professore – Non essendo possibile effettuarlo su tutta la popolazione, è necessario che tutti i medici del territorio partecipino attivamente all’aumento delle diagnosi, ogni qual volta siano presenti segni, sintomi o patologie che potrebbero plausibilmente essere associati alla celiachia”.

Attualmente la prevalenza della celiachia è stimata intorno all’1% della popolazione generale: “La provincia di Ferrara risulta fanalino di coda in Emilia-Romagna con solo 1.165 pazienti diagnosticati, ossia un terzo di quelli attesi: questo significa che sono presenti più di 3000 celiaci nella provincia ancora non diagnosticati (dati aggiornati a dicembre 2020)”.

In attesa che la ricerca porti ad una cura definitiva per questa condizione, il Centro Allergologico diretto dal Professor Caio, afferente al reparto di Medicina Interna 2 del Prof. De Giorgio presso l’Ospedale di Cona, partecipa a protocolli sperimentali internazionali per nuove terapie.

Alcuni esempi: “Come Università di Ferrara abbiamo partecipato insieme all’Università di Harvard (dove ho lavorato e tutt’ora lavoro come Visiting Professor) e la Columbia University di New York ad uno studio che ha scoperto l’esistenza di anticorpi che potrebbero essere utilizzati per diagnosticare più facilmente le persone con sensibilità al glutine ma che non sono celiache.

Inoltre, abbiamo in corso uno studio finanziato dal Ministero della Salute sul microbiota intestinale dei pazienti celiaci e sensibili al grano/glutine. In tema di terapie sperimentali, nel 2022 attiveremo uno studio su un farmaco dedicato ai pazienti che continuano ad avere sintomi nonostante la dieta aglutinata e per prevenire le contaminazione di glutine nei pasti fuori casa”, conclude il Professore.