Studio italo-americano tra Ferrara, Bologna, Harvard e New York: chi ne soffre ha “firma” diversa rispetto agli intolleranti

FERRARA. Chi ha una sensibilità al glutine ma non è celiaco ha un profilo di anticorpi diverso rispetto a chi, invece, soffre di celiachia, con una sua “firma” specifica. A dirlo uno studio italo-americano condotto dai ricercatori della Columbia University, dell’Università di Ferrara e di Bologna, dell’Harvard Medical School e del New York Medical College. «Abbiamo scoperto che le cellule B dei pazienti celiaci hanno prodotto un profilo di sottoclasse di anticorpi IgG con un forte potenziale infiammatorio che è legato all’attività autoimmune e al danno delle cellule intestinali – spiega Amin Alaedini, ricercatore che ha guidato lo studio pubblicato su Gastroenterology – Al contrario, i pazienti con sensibilità al glutine non celiaca hanno prodotto anticorpi IgG associati a una risposta infiammatoria più contenuta».

Questi anticorpi, secondo gli studiosi, potrebbero essere utilizzati in futuro per aiutare i medici a rilevare più facilmente le persone con sensibilità al glutine ma che non sono celiache: una condizione che oggi è difficile da diagnosticare. I profili anticorpali suggeriscono anche potenziali nuove terapie per la celiachia, che attualmente viene trattata solo con la dieta. «I dati suggeriscono che i pazienti celiaci generano una forte risposta infiammatoria delle cellule B ogni volta che consumano glutine – aggiunge Alaedini – mentre il sistema immunitario nelle persone con sensibilità al glutine non celiaca impara dai suoi precedenti ‘incontrì con il glutine e genera risposte meno infiammatorie all’antigene nelle interazioni successive».

 

Fonte: lanuovaferrara.gelocal.it