Facevano acquisti fasulli con le tessere degli assistiti. Titolare e magazziniere denunciati

Il titolare e il magazziniere di una farmacia di Busto Arsizio sono stati denunciati dai carabinieri della Compagnia di Gallarate.

L’accusa trasmessa alla Procura della Repubblica bustese riguarda presunti illeciti commessi nella farmacia specializzata nella vendita di generi alimentari per persone affette da celiachia.

I reati contestati sono truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e indebito utilizzo di carta di pagamento.

Le indagini hanno preso spunto da una segnalazione effettuata alla Stazione carabinieri di Sesto Calende da una ragazza affetta da celiachia la quale, da circa un anno, notava che l’ultimo giorno del mese, prima dell’azzeramento del credito residuo, il suo budget veniva misteriosamente utilizzato da terzi.

I militari, con la preziosa collaborazione della direzione farmaceutica dell’ATS Insubria di Varese e sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, dopo un attento studio dei dati forniti dalla vittima, hanno individuato nella farmacia di Busto Arsizio il luogo in cui veniva speso indebitamente il credito della tessera sanitaria.

La ragazza si era infatti in passato rivolta a questa farmacia alla quale aveva incautamente rivelato il proprio codice Pin.

I carabinieri hanno in sintesi scoperto che il titolare della farmacia in questione, con la scusa di agevolare i clienti celiaci nell’acquisto dei vari prodotti, si faceva fornire il codice Pin segreto.

Mentre alcuni clienti avevano espressamente acconsentito alla gestione autonoma del proprio credito da parte del farmacista, molti altri non erano in realtà al corrente di tali operazioni: nonostante ciò, in prossimità della scadenza del budget mensile, senza alcun tipo di autorizzazione, l’indagato “scalava” il credito residuo tramite l’acquisto fittizio di prodotti senza glutine.

La sera del 31 dicembre 2020, i carabinieri di Sesto Calende hanno effettuato una perquisizione all’interno della farmacia, sequestrando circa 250 schede personali di clienti celiaci, sulle quali erano annotati, oltre al codice fiscale, anche i rispettivi Pin necessari per scalare, in gran parte dei casi in modo indebito, il credito alla fine del mese.

Le successive indagini svolte hanno quindi permesso di accertare che esistevano altre decine di ignare vittime del metodo fraudolento utilizzato dalla farmacia. Alcuni clienti, infatti, nelle date in cui risultano gli acquisti a loro nome, si erano trasferite in altro Comune oppure erano in vacanza o addirittura ricoverate in ospedale.

Le somme spese indebitamente oscillavano da pochi euro all’intero budget, qualora non consumato dall’avente diritto.

 

Fonte: www.prealpina.it