La celiachia non è sempre sinonimo di magrezza. In alcuni casi nei bambini non presenta particolari disturbi digestivi, comporta stanchezza, irritabilità e fatica a mantenere un’attenzione costante

A vederli così cicciottelli e paffuti il pensiero va a troppe merendine e a molte ore passate davanti alla TV, non certo a un’intolleranza alimentare che può causare malnutrizione e disturbi alla crescita.

Eppure, anche se l’immaginario collettivo associa la celiachia a un’eccessiva magrezza, non è detto che sia così, almeno nei bambini. Ci sono, infatti, ragazzini che, pur essendo in sovrappeso, se non addirittura obesi, soffrono di questa patologia autoimmune.

A confermarlo è uno studio italiano condotto all’Università La Sapienza di Roma e pubblicato sul Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition. La ricerca ha coinvolto oltre1.500 bambini e ragazzi in sovrappeso tra i due e i 24 anni. Specifici esami del sangue e valutazioni di un eventuale danno alla mucosa dell’intestino tenue hanno mostrato che il morbo celiaco era presente nell’uno per cento dei ragazzi, percentuale in linea con la prevalenza della malattia nella popolazione generale.

«Non solo abbiamo riscontrato che la celiachia era diffusa anche tra i bambini in sovrappeso, ma abbiano inoltre notato che seguire una dieta priva di glutine portava questi ragazzi, oltre che a ridurre la sintomatologia, a perdere peso», ha illustrato Raffaella Nenna, pediatra e principale autrice della ricerca.

Quella reazione che distrugge l’intestino

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica contenuta in frumento, orzo, segale e nei loro derivati. L’ingestione di alimenti che contengono il glutine scatena reazioni autoimmuni a livello dell’intestino tenue il cui rivestimento subisce, a lungo andare, danni che compromettono l’adeguato assorbimento di vitamine, minerali e altri nutrimenti. Questa patologia può manifestarsi in persone che ne sono geneticamente predisposte a qualsiasi età e può farlo in modi diversi che possono variare anche in base alla quantità di glutine assunta con la dieta e al grado di danneggiamento all’intestino eventualmente presente.

Certo, ci sono sintomi più tipici di altri come diarrea, costipazione, gonfiore e dolore addominale, peraltro simili a quelli di altre patologie come la sindrome del colon irritabile, e, nei bambini, un ritardo della crescita.

Spesso chi soffre di celiachia perde peso proprio perché non riesce ad assimilare tutti i nutrimenti necessari, ma non sempre magrezza e intolleranza al glutine vanno a braccetto.

L’altra faccia della medaglia

Ci possono essere bambini “in carne” che magari non mostrano particolari disturbi digestivi, ma sono spesso stanchi, irritabili e faticano a mantenere un’attenzione costante. Se a questo magari si aggiunge un’anemia da carenza di ferro, secondo gli esperti, potrebbe valere la pena vederci più chiaro e sottoporre il ragazzo a esami del sangue per ricercare gli anticorpi specifici correlati all’intolleranza al glutine, tanto più se esiste già una familiarità per la patologia.

Se questi test dovessero essere positivi, occorre poi effettuare un’endoscopia digestiva per confermare la diagnosi e valutare eventuali lesioni alla mucosa intestinale.

Per la celiachia non c’è cura, l’unica soluzione è escludere il glutine dalla dieta. Questo permette l’eliminazione dei sintomi e la guarigione della mucosa con un conseguente recupero della sua capacità di assorbire i nutrienti in modo corretto, aiutando anche a normalizzare il peso del paziente che sia sotto o sovrappeso.

Ma attenzione, l’obesità è in agguato anche dopo aver ricevuto la diagnosi di celiachia. Sembra, infatti, che i cibi “gluten-free” che si trovano in commercio possano mettere a rischio il girovita dei celiaci. Sono sì privi di glutine, ma spesso troppo carichi di zuccheri, grassi e proteine. Ecco perché gli esperti avvertono: se c’è un’intolleranza meglio sentire il parere di un nutrizionista, per impostare l’alimentazione più salutare e corretta.

 

Fonte: healthdesk.it