Atrofia del piccolo intestino, osteoporosi, anemia, infertilità e altre malattie autoimmuni sono le possibili conseguenze delle diverse forme di intolleranza, o sensibilità, al glutine. L’iniziativa dell’AIGO.

Con la collaborazione del Dottore Luca Elli, membro del Comitato Scientifico dell’ AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri, e Responsabile del Trial Glutox promosso dall’AIGO.

Al via il conto alla rovescia per Una settimana senza glutine’, un’iniziativa di carattere medico nata quest’anno dalla sinergia di AIGO(Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri), ADI(Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica) e Shar Institute(piattaforma informativa internazionale sul tema della celiachia e della sensibilità al glutine). La campagna di informazione partirà il prossimo 19 maggio ma già dai primi giorni del mese, compilando un semplice form sarà possibile prenotarsi per un colloquio telefonico con uno degli oltre novanta specialisti che risponderanno a domande e quesiti sul ‘senza glutine’. Una vera e propria campagna di sensibilizzazione sul problema dell’intolleranza al glutine che, secondo stime recenti, colpisce l’1% della popolazione sotto forma di celiachia, mentre oltre il 4% risulta sensibile al glutine: da martedì 20 maggio a venerdì 23, dalle ore 09:00 alle 18:00, gastroenterologi e dietologi saranno a disposizione dei loro interlocutori  per chiarire ogni aspetto sulla celiachia e gli altri disturbi glutine correlati e per capire le relative differenze e il quadro sintomatologico. Il dottore Luca Elli, Responsabile del Trial Glutox promosso dall’AIGO, spiega in dettaglio come si presentano le diverse forme di intolleranza al glutine.

Celiachia: cos’è e come combatterla

Spesso si sente parlare della celiachia in modo improprio, ma non riconoscerla e sottovalutarla potrebbe risultare un grave errore: è una malattia autoimmune (quindi con alterazione del sistema immunitario) che dipende dall’ingestione del glutine, una sostanza lipoproteica presente principalmente nell’endosperma delle cariosside di cereali quali frumento, farro, segale e orzo. La sua diagnosi deve essere tempestiva: infatti, quando non viene individuata, si potrebbe andare incontro ad un’atrofia del piccolo intestino o addirittura ad altre patologie quali l’osteoporosi, l’anemia, l’infertilità e altre patologie autoimmuni. Contenerla è possibile? Certo, con una dieta ‘gluten free’, priva di glutine, proposta dai dietologi e alla quale vengono destinate iniziative importanti come il ‘Gluten Free Expo’ di Rimini, salone internazionale interamente dedicato ai prodotti e all’alimentazione senza glutine che quest’anno aprirà i battenti dal 14 al 17 novembre. Seguire un regime alimentare corretto è quindi fondamentale e rappresenta l’unica accortezza che non preclude però il gusto e il piacere di sedersi a tavola. 

Sensibilità al glutine non celiaca

Diversa dalla celiachia, è la sensibilità al glutine: forma di intolleranza alla  sostanza lipoproteica che generalmente presenta una sintomatologia aspecifica. I sintomi quindi sono propri dei disturbi intestinali quali gonfiore, dolori addominali, alternanza dell’alvo, e sintomi chiamati extra-intestinali come difficoltà alla concentrazione e mal di testa i quali, quando seguono all’assunzione di farinacei, possono suggerire la presenza di una sensibilità al glutine. In questi casi si escludono danni anatomici e le relative conseguenze sono da rivenire nella manifestazione del sintomo stesso. Per la cura vale lo stesso discorso affrontato per la celiachia: è importante privilegiare un’alimentazione priva di glutine ma equilibrata e varia, ricca ad esempio di riso mais che assicurano al nostro organismo il giusto apporto nutritivo.