La rivista scientifica “Nutrients” pubblica i risultati del “Second International Expert Meeting on Gluten Sensitivity”, che ha visto a Monaco di Baviera 30 tra i maggiori esperti mondiali dei disturbi correlati al glutine, tracciare le prime linee guida sulla Sensibilità al Glutine Non Celiaca.

Si chiama “Non-Celiac Gluten Sensitivity: The New Frontier of Gluten Related Disorders” il paper appena pubblicato dalla rivista scientifica “Nutrients”.

Le novità che l’articolo riporta sulla “Sensibilità al Glutine Non Celiaca” (SGNC) sono davvero molte e si concentrano sulla definizione, sulla diagnosi, sulle associazioni con altri disturbi come la Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS), l’autismo e la schizofrenia.

Capitolo di discussione a sé stante, con alcune indicazioni, sono stati invece i possibili fattori scatenanti della patologia e le prime raccomandazioni sulle modalità di trattamento dei pazienti con dieta senza glutine. L’articolo scientifico è liberamente consultabile e scaricabile dal sito di “Nutrients”

Il Second International Expert Meeting on Gluten Sensitivity di Monaco.

Oltre 30 esperti, provenienti da tutto il mondo (Stati Uniti, Inghilterra, Italia, Germania, Francia, Spagna, Austria, Argentina, Slovenia e Paesi Bassi), si sono riuniti a Monaco di Baviera nel dicembre 2012, per un appuntamento scientifico, promosso dal Dr. Schär Institute, con l’obiettivo di fissare le conoscenze acquisite, chiarire quelle ancora da definire e tracciare le prime linee guida per il trattamento dei pazienti.

«Il mondo scientifico non ha più dubbi sull’esistenza della SGNC – dichiara il Professor Carlo Catassi, Associato di Pediatria presso l’Università Politecnica delle Marche, Ancona e coordinatore del Comitato Scientifico del Dr. Schär Institute – L’articolo pubblicato su “Nutrients” raccoglie un insieme di dati e conoscenze di grande rilievo, e anche se la frequenza della SGNC nella popolazione generale non è ancora del tutto definita, esistono dati epidemiologici che ci possono aiutare ad ottenere una stima sempre più precisa della dimensione del problema. L’analisi degli studi clinici in corso e della letteratura, che risale addirittura agli inizi degli anni 80, ha permesso di definire l’identikit delle persone affette da SGNC e le sue possibili sovrapposizioni con altre sindromi. A questo proposito – continua Catassi – abbiamo chiare indicazioni da studi multicentrici su una marcata sovrapposizione tra IBS e SGNC. Infine, anche se la mancanza di un biomarker specifico è ancora un importante fattore limitante, si può affermare che un modello sierologico per identificare la presenza di SGNC è sicuramente prossimo ad arrivare.»

La Sensibilità al Glutine Non Celiaca (SGNC). Una nuova e più precisa definizione della patologia, caratterizzata da sintomi sia intestinali che extra-intestinali. Una definizione pensata dagli esperti, proprio per sottolineare con forza, come, in assenza di biomarker specifici, per arrivare ad una diagnosi di SGNC, sia sempre necessario procedere ad escludere celiachia e allergia al grano, favorendo quindi direttamente l’emersione delle diagnosi di celiachia, sulle quali in Italia c’è ancora molto da fare.

La SGNC è donna. La sensibilità al glutine è una condizione che, nella maggior parte dei casi, colpisce le donne giovani e meno giovani, di età compresa tra i 25 ed i 45 anni.

La dieta senza glutine è risolutiva, ma va adottata con attenzione e su consiglio del medico solo dopo la diagnosi. Secondo il Professor Fasano, Direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia (CFRC) dell’Università di Boston e membro del Dr. Schär Institute, che di recente è intervenuto proprio su questo tema all’International Celiac Disease Symposium di Chicago, la dieta senza glutine negli ultimi tempi è finita in un vortice mediatico che ne ha esasperato pregi e difetti.

«La dieta priva di glutine è l’unica vera terapia per chi soffre di disturbi glutine correlati. – spiega Fasano – Non ha di per sé il potere di far perdere peso e nonostante le dichiarazioni di alcuni campioni non ci sono ancora evidenze scientifiche che possano dare vantaggi competitivi negli sport. Un regime di dieta aglutinata va iniziata solo su consiglio del medico, in presenza di una diagnosi certa di una delle patologie proprie dello spettro dei disturbi glutine correlati. In quest’ultimo caso invece è importante sottolineare come la dieta senza glutine, se correttamente bilanciata, può essere perfettamente sostenibile dai pazienti, senza particolari rinunce, sia grazie alla grande disponibilità in commercio di prodotti sostitutivi sia grazie ad un’ampia gamma di alimenti naturalmente privi di glutine.»

SGNC dieta senza glutine ferrea o no e per quanto tempo?

Se per la celiachia è noto ormai che il regime di dieta aglutinata debba essere permanente e rigido, nel caso della SGNC le cose stanno un pò diversamente. «In base all’esperienza del nostro centro, nella SGNC la soglia di tolleranza al glutine – spiega il Dottor Luca Elli Responsabile del Centro di Gastroenterologia del Cà Granda di Milano e membro del Dr. Schär Institute – può essere molto flessibile e va individuata caso per caso. Ne consegue quindi che alcuni soggetti che soffrono di SGNC potrebbero quindi non essere costretti né ad adottare una dieta così stretta né a seguirla con costanza a vita, distinguendosi quindi nettamente dalle persone affette da celiachia.»

Sensibilità al Glutine Non Celiaca e Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS), una forte sovrapposizione.

Le ultime evidenze chiariscono come una diagnosi di SGNC sia in grado di spiegare e risolvere una consistente casistica di casi IBS. Se in Italia circa il 16-25% della popolazione soffre di IBS, è stato recentemente dimostrato come almeno un 28-30% di questi potrebbero essere sensibili al glutine, in virtù della loro risposta positiva alla dieta senza glutine.

L’ATI, un nuovo tassello nella definizione della patogenesi della SGNC. Secondo il Professor Detlef Shuppan, Professore di Medicina Molecolare and Traslazionale all’Università Mainz in Germania, in questi disordini, oltre alla gliadina, potrebbe avere un ruolo anche l’ATI (Amilase Tripsin Inhibitor), frazione proteica che migra insieme al glutine, che si è dimostrata essere un fattore scatenante di allergia al grano e che, secondo gli esperti potrebbe stimolare l’immunità innata dell’intestino, “meccanismo d’innesco” alla base della SGNC.

fonte: http://www.vitadidonna.it