sensibilità al glutine

sensibilità al glutine

E’ stato dimostrato un nesso tra reattività al glutine e diversi disordini mentali (ansia, depressione, bipolarismo, schizofrenia, autismo).

I ricercatori del Medical Department, Desio Hospital, (Monza Brianza, Italia), hanno pubblicato un aggiornamento sui dati di correlazione tra sensibilità al glutine e disordini mentali. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Minerva Gastroenterologica and Dietologica nel settembre 2016. Dall’analisi degli studi clinici finora raccolti è emerso che esiste un’associazione significativa tra reattività al glutine non celiaca, detta non-celiac gluten-sensitivity o NCGS (sindrome di sensibilità al glutine, in assenza di celiachia e allergia al grano) e vari disordini dell’umore.

Il meccanismo di azione è ancora oggetto di studio. Sono state avanzate due possibilità: i peptidi del glutine appartenenti al grano attuale (definiti esorfine del glutine) hanno un’azione simile a quella delle endorfine (peptidi oppioidi normalmente presenti nel sistema nervoso centrale); l’altra ipotizza che il consumo di grano ricco di glutine modifichi la composizione del microbiota(flora batterica intestinale), con conseguente induzione di disordini psichiatrici.

A fronte di questo problema vengono somministrate per un periodo diete senza glutine, unite all’assunzione di probiotici specifici; nello stesso tempo si stanno affermando aziende coltivatrici di grano antico, a basso contenuto di glutine, secondo metodi biologici.

 

NCGS e possibili markers diagnostici

Mentre si stima che la celiachia sia presente in una persona su 150, il numero di persone che stanno adottando una dieta priva di glutine, senza frumento, farro, orzo, kamut, segale, è molto più grande, grazie ai benefici che ne derivano. La non-celiac gluten sensitivity si manifesta con una combinazione di sintomi gastrointestinali (dolore addominale, meteorismo, diarrea o costipazione), e a livello sistemico (dermatiti, disordini dell’area neuropsichiatrica come depressione, mal di testa, fatica, intorpidimento di gambe e braccia).

Coloro che migliorano con una dieta priva di glutine, anche se non sono celiaci o allergici al frumento, possono essere definiti gluten-sensitive. Pur non essendoci ancora dei markers ampiamente validati per diagnosticare l’NCGS, è stato osservato un innalzamento di anticorpi antigliadina IgA nel sangue oppure, ancora più recentemente, l’incremento di calprotectina fecale (proteina marker di infiammazione intestinale).

Proprietà psicoattive del grano attuale

Considerato che milioni di tonnellate di grano vengono consumate in tutto il mondo, gli effetti collaterali depressivi dovrebbero essere riconosciuti come rischio significativo. Il problema di fondo consiste nella creazione di nuove qualità di grano, sviluppate negli ultimi anni. I metodi agronomici hanno selezionato geneticamente un frumento caratterizzato da una produttività elevata, con piante alte poche decine di metri, a differenza del grano antico, che era alto al massimo un metro e conteneva meno glutine (il 70% in  meno di quello attuale).

Di conseguenza, il grano attuale può alterare la composizione della flora batterica intestinale (disbiosi), con produzione di gas e acidi organici, o aumentare la permeabilità intestinale (sindrome dell’intestino permeabile): i peptidi del glutine attraversano la membrana intestinale, entrano nel torrente circolatorio e superano la barriera ematoencefalica, influenzando il sistema degli oppioidi endogeni e la neurotrasmissione nel sistema nervoso.

Sarebbe opportuno tornare alle più sane colture di grano antico, come si sta facendo in alcune parti d’Italia (Toscana, Sicilia, Campania).

 

Fonte: blastingnews.com