Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, non è presente un’associazione tra assunzione a lungo termine di glutine nella dieta in persone senza malattia celiaca e il rischio di malattie cardiache coronariche; anzi, la limitazione del glutine può portare a una ridotta assunzione di grani integrali, che sono in realtà associati a benefici cardiovascolari.

I pazienti con malattia celiaca devono evitare l’assunzione di glutine per non avere conseguenze infiammatorie e problemi intestinali, ma negli ultimi anni la tendenza a non assumere glutine è in aumento tra individui che non presentano tale patologia, per la convinzione in continua diffusione che il glutine possa avere effetti dannosi in generale.

«Non sono però disponibili studi a lungo termine che abbiano valutato la relazione tra il glutine alimentare e il rischio di patologie croniche come le malattie cardiache coronariche in persone senza celiachia» afferma Benjamin Lebwohl, del Columbia University College of Physicians and Surgeons a New York, Stati Uniti. «Abbiamo quindi deciso di valutare se sia presente qualche associazione tra l’assunzione a lungo termine di glutine e lo sviluppo di malattie cardiache coronariche» aggiunge.

Per questo i ricercatori hanno analizzato i dati di professionisti della salute statunitensi, 64.714 donne e 45.303 uomini, senza storia di malattia coronarica, che hanno compilato un questionario alimentare dettagliato ogni quattro anni dal 1986 al 2010.

Il consumo di glutine e lo sviluppo della malattia coronarica sono stati monitorati in questo intervallo di 26 anni; dopo un aggiustamento per i fattori di rischio conosciuti, non sono state riscontrate associazioni significative tra l’assunzione di glutine stimata e il rischio di una successiva coronaropatia globale.

Gli autori, pur sottolineando le limitazioni di questo studio osservazionale, tra cui quella di non poter trarre conclusioni di causa e ed effetto, concludono: «La promozione di diete senza glutine a scopo di prevenzione della malattia coronarica tra persone asintomatiche senza malattia celiaca non dovrebbe essere consigliata».

Fonte: www.farmacista33.it

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