Una parte considerevole di pazienti con malattia celiaca hanno una bassa densità minerale ossea (BMD). Per i soggetti con celiachia, soprattutto nei maschi che hanno mostrato la maggiore prevalenza di bassa BMD, è opportuno fare un controllo dello stato di salute delle ossa  per prevenire eventuali fratture. E’ quanto mostrato da uno studio presentato al Digestive Disease Week (DDW) 2015 dai ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston che hanno condotto lo studio.

Nella malattia celiaca, specifici peptidi immunogenici derivanti da proteine del glutine, penetrano nella lamina propria della mucosa intestinale e vengono deamidati dalla transglutaminasi 2 (TG2) aumentano il potenziale immunogenico e vengono presentati, legati alle molecole HLA-DQ2 o HLA-DQ8, dalle cellule dendritiche, macrofagi, linfociti B ai linfociti T. Citochine attivate dai linfociti T promuovono la liberazione di metallo proteinasi che causano i danni cellulari, il rimodellamento tissutale ed attivano linfociti B che producono anticorpi anti transglutaminasi 2 .

La malattia celiaca ha una patogenesi complessa che risulta da inter-relazioni tra vari fattori genetici, ambientali ed immunologici.
La celiachia se non adeguatamente trattata puo’ portare a conseguenze importanti quali: linfoma e adenocarcinoma, forme di cancro intestinale, osteoporosi derivante da uno scarso assorbimento del calcio, aborto e malformazioni congenite, bassa statura soprattutto quando la celiachia si sviluppa nell’età infantile, convulsioni o attacchi epilettici derivati da calcificazioni che si formano nel cervello in seguito a una carenza di acido folico per scarso assorbimento.

Osteopenia e osteoporosi sono stati documentati in tre quarti degli adulti con malattia celiaca. Così, ad oggi  è raccomandato un monitoraggio regolare della BMD con DXA (Dual X-ray Absorptiometry) solo sulla base del parere di esperti del settore senza reali prove scientifiche a sostegno.
“Lo scopo del nostro studio è stato quello di chiarire i fattori clinici che possono aiutare nella stratificazione del rischio clinicamente significativo di osteopenia/osteoporosi nei pazienti con malattia celiaca di nuova diagnosi” hanno precisato i ricercatori nel poster presentato.

I ricercatori hanno effettuato una revisione retrospettiva dei dati derivanti da 308 pazienti con malattia celiaca confermata sottoposti a test DXA. DXA era stata effettuata entro 48 mesi dalla diagnosi di celiachia per 241 pazienti, su questi pazienti si sono concentrati i ricercatori.

A causa del fatto che molti pazienti con malattia celiaca sono giovani, punteggi standard T non sono applicabili. Pertanto, i ricercatori hanno definito come BMD “normale” se il punteggio z superava -1 sia per l’anca che per la colonna vertebrale, “basso” se il punteggio z era tra -1 e -2.5, e “molto basso” se il punteggio z era inferiore a -2.5 sia per l’anca che per la colonna vertebrale.

La DXA è stata considerata clinicamente utile se le decisioni di trattamento venivano cambiate in base ai risultati ottenuti con questa tecnica.
Alla prima DXA, 2 pazienti (0,8%) avevano punteggi z
Dei 241 pazienti (34,7%), 84 avevano BMD bassa o molto bassa della colonna vertebrale o dell’anca.
I risultati della DXA hanno portato a rinvio per 9 pazienti (3,7%), al trattamento con bisfosfonati o altre terapie connesse in 14 pazienti (5,8%) e alla ripetizione della DXA per 39 (16,1%).
I risultati della DXA hanno portato al cambiamento della gestione clinica in 45 pazienti (18,8%).

Un risultato particolarmente interessante è stata la maggiore prevalenza di bassa BMD nei maschi (44,1%) rispetto alle femmine (29,5%; p=0.001). I sintomi gastrointestinali alla presentazione, l’età alla diagnosi, il titolo di anticorpi anti-transglutaminasi tissutale, il livello di vitamina D, il grado Marsh (che classifica la malattia celiaca), l’indice di massa corporea e l’anemia non sono stati associati con una bassa densità minerale ossea.

In conclusione, come hanno precisato gli stessi autori: “In questo studio di soggetti adulti affetti da malattia celiaca di recente diagnosi, il 35% ha avuto un basso BMD sulla valutazione DXA e, nel 19%, questo ha portato a cambiamenti nella gestione clinica. Tuttavia, i nostri dati non suggeriscono alcun caratteristica clinica comune, ad eccezione del genere maschile, significativamente predittiva di bassa BMD.” I dati dimostrano la necessità di valutare la BMD come test di routine in tutti gli adulti con celiachia.

Emilia Vaccaro
Presentation title: Bone Mineral Density in Celiac Disease. Abstract Sa1304
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http://www.epicentro.iss.it/problemi/celiachia/celiachia.asp

Fonte: www.pharmastar.it